Fateful, Claudia Gray

Bello, ma non perfetto.

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    La recensione non contiene spoiler del libro.


    Fateful, di Claudia Gray, è una storia autoconclusiva fantasy ambientata sul Titanic, in cui la protagonista, Tess (una cameriera stufa del suo servizio che decide di andare per la sua strada), incontra sull’enorme transatlantico Alec, un milionario di cui si innamora. Le cose si complicano quando si scopre la vera natura dell’uomo …
    La trama è molto avvincente, ci sono numerosi colpi di scena e il tutto è ambientato in un ambiente cui io personalmente provo molto interesse, quindi il libro sostanzialmente mi è piaciuto; e considerando che la coppia ricco+povera (il sesso è intercambiabile a seconda del libro) è ormai un cliché che più cliché non si può, è un gran traguardo per una storia di questo genere.
    Ci sono però due aspetti nella scrittura di questo libro che non posso fare a meno di notare e che non lo rendono perfetto.
    Il primo è la scelta di utilizzare le pagine di diario: pochi scrittori le sanno gestire, e Claudia Gray non è una di queste. Non basta scrivere “mi sono molto emozionata” in una pagina di diario per rendere automaticamente l'idea dell’emozione nella testa del lettore; e invece, purtroppo, in questo libro l’autrice scrive proprio con questa convinzione. Risultato: molte frasi che esprimono i sentimenti della protagonista avrebbero anche potuto non essere presenti e non sarebbe cambiato niente.
    Il secondo è l’effetto-sorpresa esagerato, per cui la Gray in generale è una maestra ma qui ha esagerato un po’, perché non ha reso bene le premesse. Mi spiego meglio.
    In pratica, per quanto riguarda l’ambientazione, sono convinta che esistano due tipi di fantasy: reale e immaginario. Il secondo è in un mondo fantastico creato dall’autore, mentre per il primo lo scrittore trasforma il mondo in cui viviamo per adattarlo alle sue esigenze. Per questo ultimo tipo, gran parte dall’elemento fantasy è costituito dal confronto tra un mondo normale e un mondo sovrannaturale. A questo punto, persino la grammatica ce lo insegna: il paragone si fa tra due termini, e bisogna nominarli entrambi. Nello specifico, prima si parla di qualcosa di normale, e poi lo si trasla nel mondo sovrannaturale. Solo a questo punto si può dire: tutto torna!
    Il problema di questo libro è che la storia inizia in medias res e l’autrice non è stata in grado di parlare prima della normalità; per ovviare al problema, non appena la protagonista nota la soprannaturalità di un oggetto, con un flashback racconta quando quell’oggetto era normale. L’effetto però è molto minore: la normalità non è vera e propria normalità, perché si sa già che poi diventerà soprannaturalità. Il risultato è che all'inizio il personaggio dice tutto torna, mentre il lettore pensa e questa da dove salta fuori?
    In conclusione, ritengo questo libro discreto e buono da leggere per distrarsi un po’, ma sicuramente ne esistono di migliori e scritti meglio!
     
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0 replies since 5/5/2014, 22:38   13 views
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